马拉巴特
(1898 - 1957)
追随马可·波罗的足迹:库尔齐奥·马拉巴特
Sulle orme di Marco Polo: Curzio Malaparte
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“追随马可∙波罗的足迹”是我们开启的一个新的专栏,用来介绍意大利的一些重要人物,他们在不同的时代,以不同的身份继承了马可∙波罗(Marco Polo)这位威尼斯旅行家和商人的遗志,为在西方传播有关中国的知识做出了贡献,并延续了将我们两国联系在一起的纽带。
库尔齐奥·马拉巴特(Curzio Malaparte)是意大利记者、作家Curzio Suckert的笔名,他于1898年生于普拉托,1957年在罗马逝世。马拉巴特的个性多面、独立且具有争议,他撰写了尖锐的政治文学作品和小说,如《完蛋(Kaputt)》(1944 年)和《皮(La pelle)》(1950 年),在其中描述了第二次世界大战期间的暴行。马拉巴特掌握了从写作到电影等多种艺术语言,被许多人视为20世纪伟大的知识分子。
马拉巴特与中国之间的缘分是在他生命最后的两年中结下的,几乎可以说是出于偶然。1956年,这位来自托斯卡纳大区的记者收到了参加鲁迅逝世周年纪念活动的邀请。鲁迅是20世纪的重要作家,也是中国现代文学之父,但当时在意大利的知名度还不高。就在马拉巴特到访中国的一年前,由律师、大学讲师、作家和制宪会议成员皮罗·克拉玛德雷(Piero Calamandrei)率领的意大利知识分子、艺术家和其它领域专家代表团刚刚访华,该代表团在1955年成为了开拓两国文化关系的先驱。
在中国逗留期间,马拉巴特游历并描述了一个刚刚走上“社会主义道路”、仅从内战中走出来不到十年的中国。马拉巴特用其细腻生动的笔触描写了中国人民在那些年间所面临的巨大困难,同时也毫不掩饰地表达了对如此丰富而古老的文化的赞赏之情。此外,马拉巴特还得以在北京见到了时任中国国家主席毛泽东。此次中国之行引发了马拉巴特对西方与中国这一亚洲大国之间关系的深度思考。与此同时,由于在因肺病住院的几个月里所受到的关怀,马拉巴特还对中国和中国人民怀有强烈的感激之情,然而不幸的是,仅仅几个月后,肺病就夺走了他的生命。
在马拉巴特去世后出版的《Io, in Russia e in Cina(意为:我在俄罗斯和中国)》(Vallecchi Editore出版社,1958年出版)一书的最后一章中,作者用这样的语句阐述了他对中国人民的钦佩之情:
“在去中国之前,我就知道了兄弟这个词的含义,但直到我在中国停留和生病期间,我才理解了‘兄弟之情’真正的、深刻的、永恒的含义。我之所以一直讲述这段经历……(是因为)中国人民正在为建设一个自由、公正和人道的现代大国,而与过去遗留下来的贫困和苦难进行艰苦卓绝的斗争,却仍能够将许多的善意、慷慨和博爱注入其民族精神之中,这是一个罕见而惊人的事实。” 1957年7月,马拉巴特在罗马逝世后,《人民日报》为他撰写了讣告,称其为中国的好朋友,并回顾了他与毛主席的会面。
马拉巴特
(1898 - 1957)
追随马可·波罗的足迹:库尔齐奥·马拉巴特
Sulle orme di Marco Polo: Curzio Malaparte
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“Sulle orme di Marco Polo” è una rubrica dedicata ad alcuni personaggi italiani che, in diverse epoche e a diverso titolo, hanno virtualmente raccolto l’eredità del viaggiatore e mercante veneziano, contribuendo a diffondere la conoscenza della Cina in Occidente, oltre che a rinnovare il legame che unisce i nostri due Paesi.
Pseudonimo del giornalista e scrittore italiano Curzio Suckert (Prato 1898 - Roma 1957). Dotato di una personalità poliedrica, indipendente e controversa, Malaparte fu autore di acuti testi politico-letterari e romanzi, come “Kaputt” (1944) e “La pelle” (1950), in cui raccontò le atrocità della seconda guerra mondiale. Da molti ritenuto un grande intellettuale del Novecento, padroneggiò diversi linguaggi dell'arte, spaziando dalla scrittura al cinema.
Il legame tra Malaparte e la Cina nacque quasi per caso, negli ultimi anni della sua vita. Nel 1956 il giornalista toscano ricevette, infatti, un invito per prendere parte alla commemorazione dell’anniversario di Lu Xun – importante scrittore del XX secolo, padre della letteratura moderna cinese – che all’epoca non era ancora molto conosciuto in Italia. La visita in Cina di Malaparte arrivava a un anno da quella di una delegazione di intellettuali, artisti ed esperti in diversi campi italiani guidata da Piero Calamandrei – avvocato, docente universitario e scrittore, nonché deputato dell’Assemblea Costituente – che, nel 1955, costituì una sorta di apripista nelle relazioni culturali tra i due Paesi.
Durante la sua permanenza nel Regno di Mezzo, Malaparte percorse e raccontò una Cina che aveva da poco intrapreso la “via del socialismo” e che da meno di un decennio era uscita dalla guerra civile. Con la sua prosa densa e vibrante, l’Arcitaliano descrisse le grandi difficoltà affrontate dal popolo cinese in quegli anni, senza nascondere l’ammirazione che nutriva per una cultura così ricca e antica. A Pechino, Malaparte ebbe anche modo di incontrare l’allora Presidente cinese Mao Zedong. Il viaggio in Cina suscitò profonde riflessioni di Curzio Malaparte su quello che era il rapporto dell’Occidente con il gigante asiatico. Allo stesso tempo, Malaparte nutriva un forte senso di gratitudine verso la Cina e i cinesi per le attenzioni ricevute nei mesi di degenza trascorsi in ospedale a causa di quella malattia ai polmoni che, solo pochi mesi più tardi, ne provocherà la morte.
Nell’ultimo capitolo del libro postumo “Io, in Russia e in Cina” (Vallecchi Editore, 1958), dove sono raccolti gli appunti di viaggio di Malaparte, lo scrittore così motivò la sua ammirazione per il popolo cinese: “Lo sapevo anche prima di andare in Cina cosa significasse la parola fratello, ma il vero profondo eterno significato dell’espressione amore fraterno l’ho imparato soltanto durante il mio soggiorno e la mia malattia in Cina. E se insisto su questa mia esperienza […] (è) perché è un fatto raro e meraviglioso che un popolo impegnato in una così dura lotta contro l’eredità di miseria e di sofferenza del passato, per la costruzione di un grande paese moderno, libero, giusto e umano, sappia volgere tanta parte del suo spirito alla bontà, alla generosità, alla fraternità”. Dopo la sua morte, avvenuta a Roma nel luglio del 1957, il “Quotidiano del popolo” scrisse un necrologio di omaggio a Malaparte, annoverandolo tra i buoni amici della Cina e ricordando il suo incontro con il Presidente Mao.