【双语荐读】漫步于乡间的山茶花园

文摘   文化   2024-03-08 18:42   意大利  

这是七月底的一天天气炎热,蔚蓝的天空上零星飘散着几朵薄云。 我走在伽维拉诺(Chiaverano)小镇的路上,伽维拉诺是一个拥有 2000 名居民的小镇,距离都灵省伊夫雷亚 (Ivrea)仅一箭之遥。今天我要去拜访这个小镇上的老人罗伯托Roberto Giovine)他是一位真正的“绿色工匠” 刚走进通往他家的路,我就路旁精心呵护的植物和花卉所吸引,继续往前行走,就看到了路边的老松树,我停在树荫下,休憩片刻,往左望去,道路微微向下,一条窄路指引着我,路的尽头居然是几栋废弃的古老房屋,充满了历史感,好像让人穿越到了以前, 时间在这里仿佛停止了。 其中一栋老房子的有一条小小的拱形通道,穿过它,我感觉自己踏上了通往另一个维度的旅程:一整片绿色猝不及防地出现在我的眼前,这里竟和外面有着天壤之别,来到其中,恍兮惚兮,似乎一切都不一样了。我走在这片绿色的草地上,目之所及,周围全是各具特色的高大树木,这里就是罗伯托的私人花园。 几颗老松树矗立在花园中,树荫下散落着几块大石板,闲暇时可以当桌椅。 而这时,我看到罗伯托坐在其中一张石桌像一个佛教僧侣一样平静、自若他为我倒了一些水来欢迎我的到来,我注意到,在他面前的桌子上摆放着好几本关于山茶花的书籍和笔记本这也正是我此行的目的,我想来采访一下这位对山茶花充满热情的老人: 在他巨大的花园里,种植着300 多不同品种和类型的山茶花树,而山茶花树在伽维拉诺却并不多见。

罗伯托缓缓跟我道来: “我7岁时就爱上了山茶花我记得有一天放学后,我去了祖母家,我的祖母特别喜欢山茶花 她带我去看邻居家的山茶花。 我欣赏着这些花,感觉到很开心,山茶花花瓣的颜色是那么地鲜艳,整朵花又是那么地精致。我把玩着山茶花的花瓣, 从那时起,我与山茶花就结下了不解之缘。我的父亲也是爱花之人,他对我的影响也很大。我的爷爷在好利获得公司工作,本来我父亲可以追随爷爷的脚步,但他选择了自然。 他喜欢花,他种了水仙花,这种花在这个地区长得很好,然后拿到市场上卖但在水仙和山茶花之间,我更喜欢山茶花,我祖母那会儿其实在伽维拉诺就已经有古老的山茶花了。 意大利的第一批山茶花是在 18 世纪末从英国运来的,第一株山茶花种植在卡塞塔宫。 起初它在贵族中传播,然后渐渐地,花艺工匠将其传播到整个意大利……

我沉浸在罗伯托的讲述中,一晃,半个小时就过去了,我们起身在大树下散步,花园中还有一个小梯田池塘,高低处几缕小瀑布,一些鲤鱼悠闲地游着。 “但是你怎么会拥有 300 多棵山茶树呢?”我好奇地问他。 “首先,我通过嫁接种植伽维拉诺山茶花,这是第一个种植在我花园里的山茶花品种 后来大概在八十年代末,我和妻子去参观马焦雷湖上的一些苗圃:当我们看到那么多盛开的山茶花,我们俩激动得差点晕倒!当天,我们就 带着大约二十株山茶花回家了! 现在那些树苗已经长大了,有的已经超过15米了! 那是一个是转折自那以后,35年间,就是不断的补充品种和耐心陪伴它们长大的过程

“三百多株山茶花!”罗伯托发出感叹:“从现在开始,为了它们,我需要做一些事情,我没有孩子,如果我一生的努力都化为泡影,我会非常遗憾。  我是第一个发现这里的土壤适合种植山茶花的人冬天的栗子叶在土里分解,形成一种酸性土壤这很适合山茶花 伽维拉诺地形的困难在于,它的岩石非常多,岩石释放热量,土壤很快就会干燥,必须大量浇水,更不用说现在气候正在变化,变得越来越热。 我的目标是推广山茶花文化,但要做到这一点需要不断的努力 一个晴朗的日子,我接待了一位访客,一位想看我的山茶花的女士:她是西西里岛一个基金会的主席。当她第一眼看到我的山茶花树时竟惊讶地一句话都说不出来。 两天后,她竟已经准备好了茶花项目草案,其中包括灌溉系统、道路安全、说明牌等各项内容 她的热情的带动下,小马车协会的孩子们立即开始缝制野餐垫!除了对园艺的热情之外,罗伯托还拥有一颗金子般的心:多年前,他与其他志愿者一起创立了一个协会,也就是小马车协会,这个协会旨在帮助残疾人,包括一些年轻人,在这个协会里通过学习花园护理如此类的技能让孩子们获得自主能力和自尊

我们沿着一条小路向上走,这是一条古老的石骡道,旁边是古老的干石墙、藤蔓和果树。 伽维拉诺曾经是一个农业镇,”他说,“每个人都耕种土地。 然后他们将产品装上手推车或自行车,前往伊夫雷亚市场出售。 这些葡萄应该成为联合国教科文组织的遗产地:山上曾经布满了藤蔓凉棚,现在它们正在消失罗伯托感叹道,“然后是Culine,这些美丽的白色石柱,原先是用来支撑葡萄架的,这是伽维拉诺的特色”。 不一会儿,我们就登上了一个山丘顶,从这里竟然能欣赏整个伽维拉诺的风景让人叹为观止,整个村庄坐落在湖泊和山丘之间,放眼望去,整个景致能一直延伸到远处的的蒙维索山。

罗伯托的茶花园不仅是一个避难所,沉浸其中,我们可以逃离城市的喧嚣,这里也是一个呼吸另一个时代生活的地方这里的每一株植物、每一堵墙、每一块石头都有一个故事,它向我们诉说着伽维拉诺的历史,也诉说着我们意大利人的历史,我们古老的知识,我们必须不惜一切代价保护好我们的遗产。 茶花花园就像山茶花本身一样:内敛、安静、没有浓烈的气味,当它绽放时,它让我们坠入爱河。

我和罗伯托站在山顶,尽情地欣赏着这个小镇的风景,来年的3月,这些山茶花应该都开了,到那时,我一定会沏杯茶来罗伯托的山茶花花园里坐坐,和这些初春的山茶花们聊聊天,听它们亲自给我讲罗伯托的故事。

È una calda giornata di fine luglio, il cielo di un bell’azzurro con qualche pennellata qua e la di nuvole sottili. Siamo a Chiaverano, Cittaslow di duemila abitanti a due passi da Ivrea, provincia di Torino. Sto andando a trovare Roberto Giovine, un vero “artigiano del verde”. Imboccando la via che conduce alla sua dimora, il visitatore viene colpito dalla cura delle piante e dei fiori che ornano i bordi della via. Ad un certo punto la strada declina leggermente all’ombra di alcuni vecchi pini, stringendosi a ridosso di un gruppo di abitazioni abbandonate, vecchissime ma piene di fascino, fotografia della Chiaverano di un tempo. Qui il tempo sembra essersi fermato. Un passaggio ad arco si apre sulla facciata di una di queste case, ed attraversandolo abbiamo l’impressione di intraprendere un viaggio verso un altra dimensione: uscendo dall’altro capo davanti ai nostri occhi troviamo una radura di erba verdissima, contornata da alti alberi di ogni forma e varietà. Sotto i vecchi pini, sono disposti grossi lastroni di pietra che fungono a tavoli e sedie. Qui, seduto al tavolo di pietra, troviamo Roberto, calmo e imperturbabile come un monaco buddista, che mi accoglie versandomi dell’acqua fresca. Davanti a lui, libri e quaderni sulle camelie. Roberto ha la passione per le camelie: nel suo immenso giardino sono presenti più di 300 esemplari di camelia, di varie specie e tipologie. “Mi innamorai della camelia all’età di 7 anni: un giorno, dopo la scuola, andai a casa di mia nonna, lei era appassionata di fiori e di camelie. Lei mi disse: “vieni a vedere la camelia del vicino che bella”. La osservai stupito, dei fiori grandi dal colore vivo ma delicato. Cominciai a giocare con i petali. E da lì nacque in me la passione”.

Ma anche il papà di Roberto ha senza dubbio influenzato non poco questa “vena artistica” di Roberto: “mio nonno lavorava all’Olivetti, in fabbrica. Mi padre avrebbe potuto seguire le orme del nonno e andare all’Olivetti, ma lui scelse la natura. Amava i fiori, coltivava i narcisi, un tipo di fiore che cresce bene in questa zona, e li vendeva al mercato…”

Ma tra il narciso e la camelia Roberto scelse la seconda: “già ai tempi di mia nonna a Chiaverano esistevano delle camelie antiche, portate qui molti anni prima. Le prime camelie in Italia” mi spiega “arrivarono dall’Inghilterra verso la fine del 700’, la prima venne piantata alla reggia di Caserta. Dapprima si diffuse presso i nobili, poi piano piano i vivaisti cominciarono ad ibridarla e si diffuse in tutta Italia.”

Facciamo due passi sotto i grandi alberi che fiancheggiano un piccolo stagno a terrazze, con tanto di piccole cascate, dove nuotano placide alcune carpe. “Ma come sei arrivato ad avere più di 300 alberi di camelia?”gli domando. “Prima riprodussi tramite innesto le camelie “chiaveranesi”, le prime a popolare il mio giardino. Poi, verso la fine degli anni 80’, io e mia moglie andammo a visitare dei vivai su Lago Maggiore: quasi svenimmo dal vedere così tante camelie in fiore! Tornammo a casa con una ventina di piantine di camelia! Ora quelle piantine sono cresciute, alcune sono più alte di 15 metri! Quello fu l’anno della svolta, da lì in avanti è stato un continuo aggiungere e far crescere pazientemente.”

E da qui nasce l’esigenza di qualcosa di più “Io non ho eredi” spiega Roberto “mi dispiacerebbe che tutti i miei sforzi di una vita andassero in rovina. Più di trecento camelie! Fui io a scoprire che questo terreno è adatto alle camelie. Questo è un terreno acido, dovuto alla decomposizione delle foglie di castagno che si decompongono sul terreno. Ma la difficoltà di questo terreno è che è molto roccioso, la roccia rilascia calore e il terreno si asciuga in fretta, e va bagnato tanto. Senza contare che il clima sta cambiando, diventa sempre più caldo. Il mio obiettivo è tramandare la cultura delle camelie, ma per farlo serve una manutenzione costante. Un bel giorno ricevetti una visita, una signora che voleva vedere le mie camelie: era la presidente di una fondazione siciliana. Davanti alle mie camelie rimase a bocca aperta. Due giorni dopo aveva già pronta la bozza di progetto per il parco delle camelie, con tanto di impianti di irrigazione, sicurezza dei sentieri, targhe illustrative ecc. Spinti dall’entusiasmo, i ragazzi del Piccolo Carro hanno cominciato subito a cucire i tappetini da pic-nic!

Roberto oltre ad avere la passione per il giardinaggio ha anche un cuore d’oro: anni fa lui assieme ad altri volontari ha fondato un’associazione che si occupa di aiutare le persone disabili, tra cui tanti giovani, ad acquisire autonomia e autostima imparando dei mestieri come la cura del verde e l’artigianato. Il Piccolo Carro, questo il nome dell’associazione, è ormai parte integrante della comunità di Chiaverano e non solo.

Roberto mi accompagna su un sentiero che si inerpica sulla collina, su mulattiere in pietra costeggiando antichi muretti a secco, vitigni e alberi da frutto. “Chiaverano una volta era un paese agricolo”, racconta “tutti coltivavano la terra. Poi caricavano i prodotti sui carri o sulle biciclette e andavano in città, a Ivrea, al mercato, per venderli. Le viti dovrebbero diventare patrimonio Unesco: una volta le colline erano piene di pergolati di vite, ora stanno scomparendo, e con esse anche le bellissime culine, i pali di pietra che sorreggono i pergolati, sono tipici di questa zona”. Arriviamo sulla cima della collina e da qui si apre uno spettacolo mozzafiato: la vista completa su tutta Chiaverano, che spazia tra laghi e colline e si perde all’orizzonte fino alle lontane alture del Monviso.

Il Parco delle Camelie di Roberto Giovine non sarà solo un luogo in cui rifugiarsi, per evadere dal caos cittadino e immergersi tra la bellezza, ma sarà anche un luogo in cui respirare la vita di un’altra epoca, un luogo dove ogni pianta, ogni muro, ogni pietra ha una storia da raccontare che ci parla della storia di Chiaverano, ma anche della storia di noi italiani, dei nostri antichi saperi, dei patrimoni che dobbiamo cercare a tutti i costi di non dimenticare. Il Parco delle Camelie è come la camelia stessa: discreta, silenziosa, priva di profumi con cui attirare l’attenzione, la quando sboccia ci fa innamorare.


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